Risulta essere raro che fughe di gas, anche piccole, si verifichino a carico della parte fissa di un impianto. Più invece comune che si verifichino a carico: del rubinetto a chiavetta posto a valle del contatore o a monte di un grosso utilizzatore; in corrispondenza dei rubinetti di governo, che controllano il gas affluente a ogni singolo bruciatore; in corrispondenza delle giunzioni e dei raccordi dei piccoli tubi che convogliano il gas da un rubinetto di governo al relativo bruciatore; nei punti di attacco dei flessibili (specie quello all’ utilizzatore, di solito poco visibile e sito in una posizione ove può essere deteriorato dal calore); nei raccordi e nelle giunzioni che collegano una bombola di GPL al relativo utilizzatore.
Tali fughe, che il più delle volte non presentano una pericolosità elevata, in quanto le piccole quantità di gas effluito attraverso le piccole falle dell’ impianto si disperdono nell’ambiente, vanno però eliminate per i seguenti validi motivi:
-una piccola fuga di gas, se trascurata, può trasformarsi in una fuga massiccia
-piccole quantità di gas, se si accumulano in una zona chiusa (forno della cucina, alloggiamento di una bombola di GPL, ecc.), possono, in qualunque istante e senza preavviso, dar luogo a uno scoppio e a una vampata, tali da bruciare i capelli di una persona, scottarle il volto o le mani
-piccole quantità di gas di città, se vengono respirate, non arrivano a dar luogo ad avvelenamenti veri e propri ma a principi di intossicazione.
ATTENZIONE
Non effettuare nessuna ricerca di fughe di gas, sostituzione di bombole o tubazioni, manutenzioni diverse a utilizzatori a gas quando nell’ambiente sono in funzione apparecchi a fiamma, bracieri, stufette elettriche a incandescenza o quando si tiene fra le labbra una sigaretta accesa.
IL METODO DELLA BOLLA DI SAPONE
II metodo universale per individuare fughe di gas, piccole o grandi che siano, detto comunemente metodo della bolla di sapone, consiste nel munirsi di scodella, sapone solido o liquido e pennello (va bene anche quello da barba). Prima di tutto, si fa sciogliere una certa quantità di sapone nella scodella piena d’acqua; quindi, si provoca la formazione di schiuma, agitando con il pennello. Sempre con il pennello, passare, poi, un po’ di schiuma e di acqua saponata sulle giunzioni, all’esterno di chiavette e rubinetti, sui raccordi, ecc. In tal modo, una fuga di gas, anche modesta, si evidenzia subito, nel punto preciso ove questa si verifica, mediante una serie di bolle che si gonfiano, scoppiano, si riformano, si gonfiano e scoppiano di nuovo, in una successione più o meno rapida, a seconda che la fuga di gas sia più o meno consistente.
Alcuni installatori usano con una certa disinvoltura cerini o candele per effettuare la ricerca di eventuali fughe di gas, che, in tal caso, si manifestano con la comparsa di una fiammella continua o che si accende e si spegne in rapida successione. Tale sistema, per quanto concerne gli impianti a GPL, è esplicitamente vietato, in quanto, qualora si sia formato un accumulo di gas fluito attraverso una falla, se ne può determinare l’accensione, con le conseguenze immaginabili.
Negli impianti fissi, ove risulta difficile raggiungere con il pennello il punto da controllare perché è nascosto o coperto da altri elementi, si può anche ricorrere al sistema di ricercare l’eventuale fuga di gas servendosi di una fiamma. In questo caso, però, per non correre alcun rischio, si dovrà porre particolare cura nell’ aerare energicamente con un ventilatore la zona di lavoro. Meglio, comunque, non praticare, neanche in tal caso, la ricerca con la fiamma, attenendosi così alle regole di buona tecnica e alle norme di sicurezza.
Passare il pennello con acqua saponata nei punti di giunzione dei vari raccordi dell’attacco della bombola.
Passare il pennello con acqua saponata nel punto di raccordo fra il tubo flessibile e la presa di alimentazione del fornello.
Passare il pennello con acqua saponata intorno a tutti i punti del rubinetto a chiavetta e del suo collegamento al tubo.